1969 – Porto Canale. I marinai decisero di festeggiare con un evento originale le feste di fine anno: misero in acqua un bellissimo albero di Natale che dopo aver attraversato tutto il porto canale fu lasciato andare alla deriva nell’Adriatico. Quell’evento, così originale, non si è più ripetuto.
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Anni 60 – Milano Marittima. All’epoca per presidiare il territorio i carabinieri non utilizzavano solo mezzi motorizzati ma come è nella loro tradizione pattugliavano i viali alberati in sella a bellissimi cavalli. Era una loro caratteristica di quel periodo che poi nel tempo hanno abbandonato.
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Fine anni 60 – Piazza Garibaldi. Cervia di notte: decorazioni natalizie e illuminazioni per le feste. Una tradizione questa che non si è mai spenta con il passare del tempo. Infatti la piazza con la sua cattedrale e il comune resta uno dei luoghi più amati dai cervesi.
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Fine anni 60. Porto Canale. La zona è sempre stata al centro della vita economica della città, ricca di pescatori e commercianti. Di recente è anche diventata il cuore pulsante del divertimento grazie ai tanti locali che hanno aperto lungo i suoi moli per sfruttare un contesto così caratteristico.
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Anni 60 – Grand Hotel. Sorto agli inizi degli anni ‘30 in pieno stile liberty, da subito è diventato il simbolo per l'intera città di Cervia. I pini che costeggiano il viale della stazione ferroviaria e giungono all'hotel, formano coi loro rami una sorta di ovale, che Grazia Deledda definì :”Il grande uovo, metà azzurro di mare, metà di cielo”. Si narra che la scrittrice vi trascorse notti di passione in compagnia di Gabriele D'Annunzio.
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Fine anni 60 – Casa delle Aie appena restaurata dagli Amici dell’arte. È uno dei luoghi simbolo di Cervia denso di storia e tradizione. A lungo fu utilizzata dai pignaroli e vide la sua rinascita appunto con la società “Amici dell’arte”, fondata da un gruppo di spiriti liberi cervesi (il promotore fu Aldo Ascione) con l’obiettivo di svolgere un’attività economica e culturale e di incrementare le tradizioni folkloristiche romagnole.
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Fine anni 60 – Magazzini del sale Torre. Affacciati sul canale delle saline, i Magazzini del Sale rappresentano uno dei migliori esempi di archeologia industriale in territorio cervese. Nacquero tra la fine del 1600 e gli inizi del 1700 per assicurare lo stivaggio del sale prodotto nelle saline. Fanno oggi da cornice molto suggestiva ed evocativa per esposizioni, mostre e spettacoli.
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1963 – Parco Naturale. Il Parco Naturale si estende su oltre 27 ettari di pineta, al suo interno si trovano piante tipiche del territorio. Fin dall’inizio è stato popolato anche da diversi animali: dai cigni alle caprette, dai lama ai pavoni.
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1963 – Parco Naturale. Il Comune di Cervia per accogliere i turisti ha sempre puntato anche sulla valorizzazione della natura che abbellisce tutta la Romagna. L’obiettivo del parco naturale era quello di offrire ai villeggianti e ai cervesi un polmone verde dove poter passare momenti di tranquillità sia d’estate che d’inverno.
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1963 – Parco Naturale. In primo piano una cerbiatta. Alcuni attribuiscono l’origine del nome di Cervia alla storia di un cervo, numerosi in passato nella pineta, che per proteggersi dai cacciatori si sarebbe inginocchiato davanti a San Bassano, vescovo di Lodi. Ispirandosi a questa leggenda nello stemma del Comune c’è un cervo inginocchiato.
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Fine anni 60 – Panoramica del porto canale. La storia di Cervia è indissolubilmente legata al mare e alla passione per le barche. Il porto canale è stato utilizzato sia dai salinai che dai pescatori, ancor oggi in piena attività. Lungo i suoi moli si possono però trovare anche imbarcazioni da diporto e barche a vela.
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Fine anni 60 – Borgo Marina. La vita quotidiana in un giorno di festa. Le piadinare non avevano ancora i chioschi come oggi e cucinavano le piadine sulle piastre in mezzo alla strada mentre le auto venivano parcheggiate ovunque anche sui marciapiedi.
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Anni 60 – In primo piano una tipica burchiella. L’antica “Armessa de Sel”, letteralmente “Rimessa del Sale”, il momento più importante del passato salinaro della città quando il sale, dopo una faticosa estate di lavoro, veniva trasferito lungo il canale, con la burchiella, fino ai Magazzini votati alla custodia del prezioso minerale.
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1972 – Piazza Garibaldi. Uno striscione della sagra cervese, un evento che si teneva in quegli anni per salutare i turisti che finivano le vacanze e ringraziarli sperando in un loro ritorno l’anno successivo. La piazza si riempiva di stand gastronomici dove si potevano mangiare le specialità romagnole.
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Fine anni 60. Piazza Garibaldi. Un tempo, quando le automobili non erano così popolari come oggi, era possibile poterla attraversare al volante. Spesso si trasformava anche in un grande parcheggio per chi frequentava la chiesa, il Comune e i negozi sotto i portici.
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Anni 60 – Fontana di Piazza Garibaldi. La fontana, risalente al 1882, partì come un semplice tubo in ghisa (si dovette scavare fino a 115 metri prima di arrivare all'acqua), trasformato poi dall’architetto Aleotti nella fontana attuale, con base quadrata. Purtroppo, da diversi anni, l’acqua non sgorga più dalle bocche laterali.
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Fine anni 60 – Torre San Michele. Nel 1691 il conte Michelangelo Maffei fece edificare il poderoso edificio per la difesa della città contro gli attacchi pirateschi e per proteggere il sale conservato nel magazzino, dallo stesso conte appena fatto costruire. La Torre sembra essere ispirata ad un vecchio disegno del famosissimo Michelangelo Buonarroti.
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Fine anni 60 – Panoramica della darsena di Cervia. Anche questa zona di Cervia è cambiata con lo scorrere del tempo: infatti, sullo sfondo si vede un locale andato distrutto qualche anno fa in un incendio.
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Fine anni 60 – Panoramica della darsena. In primo piano motoscafi e barche di varie dimensioni che da sempre attraccano nella città, rendendola meta per gli appassionati della nautica.
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Inizi anni 60 – Nuove Terme di Cervia, costruite tra il 1959 e il 1962. “Le terme hanno assunto un ruolo di eccezionale interesse per il turismo. Non vi è dubbio che per molti ospiti di Cervia e gli altri centri del litorale romagnolo è proprio la presenza delle terme che fornisce l’occasione di un soggiorno non solo in luglio e in agosto ma anche nei mesi di bassa stagione” (testo di Umberto Foschi).
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